Di Andrea Gatti
Andrea e Renato
Agosto 1993 -Normale italiana al Monte Bianco e traversata al Refuge des Cosmiques
Gli ultimi 150 metri li facciamo scivolando sul sedere, siamo al Colle! Il Refuge des Cosmiques è davanti a noi, sono più di 200 metri di dislivello.
Gli ultimi 100 metri di dislivello per arrivare al Cosmique non li facciamo certo di corsa……
Gli ultimi 100 metri di dislivello per arrivare al Cosmique non li facciamo certo di corsa. Come arriviamo davanti alla porta, sono le sei del pomeriggio, un francese ci guarda e ci chiede “c’est dur?” Entriamo e chiediamo due posti per dormire e cenare. La stanza dove ci sistemiamo si chiama Balmat.
Seduti al tavolo ci rendiamo lentamente conto di quello che abbiamo fatto; il tempo si è dilatato: sono ore, giorni, intensi, lunghissimi.
Le immagini si accavallano; noi due che risaliamo il ghiacciaio del Miage, il tempo che passa, la lenta percezione di essere in un luogo immenso, qualche marmotta, i funghi di ghiaccio, il rumore dei ghiacciai e delle pietre che cascano, la voce del custode del Gonella nella testa, dice al telefono che c’è posto, è una voce che trasmette calore, amicizia.
Termina la morena, siamo sul ghiacciaio. …Due chiacchiere con un francese che scende dal rifugio, è un Hare Krishna, ci offre una caramella, si riparte.
Il sentiero si inerpica, nevaio, scalette, catene, il rifugio e Alessio il custode che ci aspetta, ci ha seguiti col binocolo, “Ma dove accidenti lo avete messo questo rifugio”, “E’ un nido di aquila” ci dice e dandoci una pacca sulla spalla aggiunge “Solo i duri arrivano fin qui”. Dopo una battuta così ci si sente meglio, prima mi sarei buttato per terra dopo riesco ancora a mantenere un ‘ aria solo leggermente sconvolta.
Il pomeriggio è assolato e ne approfittiamo per prendere la tintarella, alle 18 cena alle 20 a letto; il tempo si è imbronciato, Sveglia a mezzanotte, piove, Alessio dice che riproviamo alle 3. Dormiamo fino alle 7. Il tempo è brutto, pioviggina, più in alto nevica di sicuro.
Oggi tutto riposo, ogni tanto un tuono, rumore di sassi che cadono, le nuvole che si rincorrono fra le creste, la sensazione di esserè piccoli e chissà, inadeguati.
Alle 18 cena alle 20 a letto, il tempo che farà? A mezzanotte l’urlo del custode: “Sveglia, Sveglia il tempo è bello, tutto sereno, freddo, forza che ce la fate! !”.
In un baleno colazione, tè per la borraccia e siamo fuori: l’una di notte, comincia il viaggio.
Ci perdiamo fra i crepacci, poi riusciamo a passare, ritroviamo la pista, il ghiacciaio si fa ripido, la crepaccia terminale, il cerchio di luce della pila frontale, il Colle delle Aiguilles Grises, il cielo che si schiarisce, Piton des Italiens, siamo sulla cresta di Bionassay ed ecco l’ alba.
Colori, luce, spazi immensi, le luci dei paesi ancora nel buio del fondovalle e siamo soli. Un po’ di foto, il viaggio prosegue.
Dome du Gouter, la confluenza con la normale francese, altra gente, una pista più larga, qualche parola, francese, inglese, spagnolo “Prima ves?” Si! Capanna Vallot, Les Bosses, siamo in cima.
Un boccone, due chiacchiere, il viaggio continua.
Si scende verso il Mont Maudit si va al Col du Midi. L’ ambiente è immenso, sfolgorante.
Incontriamo una guida col cliente. …”Da dove venite, Cosmiques?” “Gonella” “Bien fait!” Si prosegue, Col Maudit “Cavolo che discesa, ripido vero?” poi slalom fra i seracchi e la conca fra il Maudit ed il Tacul “Ma è possibile un caldo così a 4000 metri?”.
La spalla del Tacul, da qui al col du Midì sono “solo” 600 metri di dislivello.
Quasi ci siamo, è ripido, crepacci, un salto di alcuni metri “Occhio eh!”
Gli ultimi 150 metri li facciamo scivolando sul sedere, siamo al Colle! Il Refuge des Cosmiques è davanti a noi, sono più di 200 metri di dislivello.
Gli ultimi 100 metri di dislivello per arrivare al Cosmique non li facciamo certo di corsa……
Andrea Gatti e Renato Di Betta
Agosto 1993 -Normale italiana al Monte Bianco e traversata al Refuge des Cosmiques